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  GMG-BIOPHARMA ITALIA Scientific Services in Medicine
  Il Fitocomplesso
 

 


Le attività svolte dall’insieme dei principi presenti nelle piante officinali (Fitocomplesso) possono essere
di tipo bioregolatorio e/o bioantagonista e sono esercitate a livello di specifici recettori verso i quali si attua anche l’azione di alcuni farmaci.
Alcuni esempi:

  • Genisteina e daidzeina (isoflavoni) → recettore del 17β-estradiolo (attività svolta: compensazione della sindrome climaterica)
  • β–sitosterolo (fitosteroli) → α-recettore prostatico (attività svolta: inibizione della 5-α-reduttasi, responsabile della conversione del testosterone a diidro-testosterone - coinvolta nell’IPB)
  • Escina → recettore α-adrenergico della parete venosa (attività svolta: controllo del tono venoso)
  • Sennosidi (eterosidi antrachinonici) → recettori dell’enterocita (attività svolta: azione lassativa di tipo irritativo)

Pertanto, non va trascurato che un uso improprio di tali rimedi non è esente da reazioni avverse, tossicologiche e perfino letali!!! (vedi stricnina, efedrina, ...).
Ricordiamo che a volte è la dose a fare il veleno: anche una comune metil-xantina presente nell’estratto tostato del seme di Coffea arabica (la caffeina!!!) può esercitare ipereccitabilità del SNC.

La peculiarità dell’impiego del derivato totale della pianta (fitocomplesso) risiede nell’attività più dolce (ridotta tossicologia da farmacoterapia) osservata in tale tipo di trattamento, piuttosto che nell’impiego di un solo principio chimico purificato e concentrato. Ciò sembrerebbe dipendere dall’azione combinata delle diverse specie chimiche presenti all’interno del derivato vegetale, molte delle quali dotate anche di funzione modulatoria (es, frazione cellulosica).


 
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