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  L'ACIDO FOLICO IN GRAVIDANZA
 



 
Prevenzione
Ultimo aggiornamento: 06/03/09
Ancor prima dell’attesa

Nel caso delle donne, tra i compiti della medicina “di genere” rientra la protezione di una fase specifica e delicata quale la gravidanza, per la quale raccomandazioni e consigli soprattutto su alimentazione e abitudini di vita, in effetti, abbondano. Per tutelare al massimo la salute dei figli, la prevenzione deve cominciare dalla vita fetale, ma in realtà dovrebbe iniziare ancora prima. In questi anni, infatti, si è focalizzata l’attenzione sullo stile di vita nella fase pre-concepimento, in cui si prevede o si programma la gravidanza: si tratta di un periodo-chiave per lo sviluppo fetale, lo si è dimostrato, per esempio, per la possibilità di prevenire i difetti del tubo neurale (spina bifida e anencefalia) agendo per tempo con la supplementazione di acido folico. Le osservazioni sostengono la necessità di una dieta e uno stile di vita salutare già prima, oltre che durante, la gravidanza. Ma quanto vengono seguite le raccomandazioni? Poco, secondo una ricerca.

Alimentazione sana, acido folico, esercizio
Nello studio l’aderenza alle raccomandazioni in previsione di una gravidanza è stata valutata in Gran Bretagna, paese nel quale sono state di recente aggiornate e potenziate dagli organismi sanitari. Le principali riguardano appunto la supplementazione di acido folico (400 mcg al giorno), l’eliminazione o la riduzione al minimo del consumo di alcol, l’astensione dal fumo, l’alimentazione corretta, l’esercizio fisico: a parte la prima, le stesse raccomandazioni valide per la popolazione generale, che qui valgono doppio, per madre e figlio. A partire da una survey, su oltre 12.000 donne di 20-34 anni non gravide di Southampton, gli autori ne hanno analizzate 238 che erano rimaste incinte entro i tre mesi da quando erano state intervistate per lo studio. Sono state confrontate con le altre, rispetto alle raccomandazioni per alimentazione (più frutta, verdura, cereali integrali, riso e pasta; meno pane bianco, zucchero, vegetali in lattina, ecc); tipi e dosi di supplementi dietetici (almeno 200 mcg/die di folati); assenza di fumo; niente o poco alcol; esercizio fisico. Si è così evidenziato che per le 238 in attesa era solo marginalmente più probabile che aderissero allo stile di vita più salutare raccomandato: la propensione a non fumare era leggermente minore e quella a nutrirsi meglio di poco maggiore; la tendenza all’esercizio minore; la differenza nel consumo di alcol era borderline. Per la supplementazione di acido folico c’era, invece, un’effettiva differenza, con il 2,9% delle future madri che assumeva i 400 mcg consigliati (associati a scarso alcol), contro lo 0,66% delle altre. Un’ulteriore analisi di 263 donne, che erano rimaste incinte a 30-60 mesi dall’intervista, ha mostrato somiglianze maggiori con il totale della coorte che con le donne entrate in gravidanza entro tre mesi.

Abitudini e informazione da promuovere
Sembra quindi che troppo poche donne seguano i consigli di alimentazione e stili di vita in previsione di una gravidanza; anche il dato dell’acido folico è basso e quasi metà di quelle divenute gravide entro tre mesi non aveva assunto a nessun dosaggio la supplementazione. Naturalmente ci possono essere differenze a seconda dei paesi considerati, in relazione allo stile di vita generale, a fattori culturali e socio-economici; per esempio dati peggiori per alcune popolazioni rispetto al consumo di alcol e invece migliori per altre come quelle che mangiano mediterraneo. C’è poi il fatto che molte donne non sanno quando concepiranno: per esempio, nello studio il 23% delle donne rimaste incinte a tre mesi dall’intervista aveva affermato che non intendeva avere figli almeno per altri 12 mesi. Nonostante questo, sottolineano gli autori, sembra che, anche per le donne che pianificano l’evento, l’informazione sugli stili di vita salutari consigliati vada implementata: migliorare è possibile, come mostra l’aderenza generalmente maggiore alle raccomandazioni delle donne già in gravidanza. E, concludono, dato l’alto numero di gravidanze non programmate, si dovrebbe in generale puntare a migliorare lo stato nutrizionale e di salute delle donne in età riproduttiva.

Elettra Vecchia

Fonti
Inskip H. M. e coll. Women’s compliance with nutriytiona and lifestyle recommendations before pregnancy: general population cohort study. BMJ 2009;338;b481 doi:10.1136/bmj.b481.

 
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